Zenam: quando il made in Italy è etico

Paul Roger Tanonkou è lo stilista camerunense fondatore del marchio Zenam. Una moda che unisce la cultura africana alle tendenze fashion internazionali. E che, soprattutto, si richiama, idealmente e nella pratica, a  una precisa etica. Ecco come.

Galeotta fu Stella Jean e la filosofia estetica del métissage. Per i non fashionisti: parliamo della designer italo-haitiana che, dopo aver calcato il podio di Who is on next?, il concorso di talent  scouting promosso da AltaRoma in collaborazione con Vogue Italia, ha impazzato sulle più prestigiose copertine di moda grazie al suo stile melting pot che fonde ilbon ton anni 50’ alla tradizione creola, senza dimenticare i dettagli couture tipici del suo essere italiana. Ma no, questa volta non è Stella Jean la protagonista dell’articolo. È invece Paul Roger Tanonkou, stilista camerunense autodidatta e laureato in informatica che nel 2004 lancia “per il puro piacere di farlo” la sua prima collezione. L’arte è sempre stata di casa per il designer cresciuto tra i tessuti e i colori dell’Africa: una madre sarta, un padre fotografo,  la passione per il canto, la ricerca del nuovo che nasce dall’ammirazione per le griffe affermate, italiane e internazionali. Globetrotter, da Parigi si sposta a Milano dove, da ormai tre anni, promuove il suo brand: Zenam. Tradotta alla lettera dal dialetto Bamiléké, la parola Zenam significa “raggio di sole” e trova nei colori vivaci e nelle scelte stilistiche di Paul Roger Tanonkou l’espressione di un’Afro Couture assolutamente essenziale. “Il y a quelque chose de sauvage dans ma mode” (c’è qualcosa di selvaggio nella mia moda), racconta il designer camerunense ad Artribune,  “che è tipico della cultura africana e proviene dall’eredità coloniale che il mio paese si porta dentro”. Tanonkou si definisce un prodotto della colonizzazione al ricordo della quale ha reagito attraverso una forma di revanscismo che esprime nell’essenzialità, giovane e fresca, delle sue collezioni.

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